A chi è affidato il rilancio dell’economia con i fondi del PNRR?
Sulla carta, la definizione e la gestione dei progetti e’ di competenza del governo, che ne risponde dell’attuazione davanti alla Commissione europea. Ogni ritardo o inadempienza grave, mette a rischio l’erogazione dei finanziamenti successivi, e nel peggiore degli scenari potrebbe costare anche la restituzione di somme già incassate. Sbagliare, insomma, non è un’opzione.
Ma allora a chi e’ davvero affidato il successo o il fallimento dei progetti di investimento del Piano di rilancio e resilienza europeo?
Da una rilettura più approfondita della nuova relazione del Governo sull’attuazione del PNRR, spunta una risposta davvero interessante e certamente poco nota: la responsabilità dell’attuazione dei progetti di spesa è formalmente del governo, ma l’utilizzo dei fondi e’ stata di fatto “trasferito” sulle spalle delle imprese (e in parte delle famiglie) attraverso il credito d’imposta, un meccanismo anche noto come “roulette dei fondi”come ben dimostrato dal caos sui rimborsi fiscali del Superbonus per le ristrutturazioni edilizie.
Come emerge dalla relazione del Governo, infatti, con un ampio distacco da tutte le altre misure, l’investimento per l’Ecobonus è il più consistente. Seguono a distanza il credito d’imposta per i beni strumentali 4.0 (con 8,9 miliardi di euro allocati) e la transizione 5.0 (6,3 miliardi).
È interessante sottolineare che questi 3 investimenti, che insieme costituiscono circa il 15% di tutto il Pnrr, vengono implementati attraverso crediti d’imposta.
Dipendono cioè solo dalle domande e dalle spese effettuate da privati. Gli enti responsabili delle misure (ministeri e dipartimenti) si limitano a rimborsare a cittadini e imprese le cifre investite.
Si tratta, almeno all’apparenza, di un metodo più semplice di spendere i fondi del Pnrr, ma che, come abbiamo visto in più occasioni nel passato, si è rivelato spesso un aspetto complicato sotto il profilo dei rimborsi o delle certezze sui tempi di recupero o di ammortamento.
Prova ne sia quanto accade sul Superbonus: ancora oggi, non è chiaro a nessuno come, quanto e quando ottenere quanto promesso per il credito d’imposta.
In conclusione, per quanto utili, certi percorsi taglia-ostacoli possono trasformarsi in campi minati. Nell’informativa del governo sul PNRR, la lacuna più rilevante resta l’assenza dei dati sulla spesa effettuata per i progetti. È per tutti questi motivi che dal governo si pretende trasparenza, affinché sia possibile monitorare a pieno un programma di tale portata che, a seguito della revisione, è persino aumentato con un finanziamento complessivo di 194 miliardi di euro.